Il Progetto

Una parete color caffè, nove piante “rosso Cimbali”

Paolo Balzanelli, architetto del progetto MUMAC, spiega le particolarità del museo: dalla forma sinuosa e avvolgente come i flutti dell’aroma agli alberi che simboleggiano lo scorrere del tempo

È il 2010 quando su indicazione dell’amico designer Valerio Cometti l’architetto Paolo Balzanelli è chiamato da Gruppo Cimbali a progettare il MUMAC. «Il primo pensiero che ho avuto – racconta il titolare dello studio Arkispazio – è stato rivolto alla ricchezza delle tematiche alle quali avrei potuto attingere come spunti progettuali». E così è stato: «La forma è sinuosa e avvolgente come i flutti dell’aroma di un caffè caldo che si sollevano dalla tazzina, all’interno della quale batte un cuore tecnologico rigorosamente “rosso Cimbali”; mentre la reinterpretazione del calore sprigionato dalla macchina da caffè è visibile di notte, quando la luce artificiale filtra tra le doghe creando un reticolo luminoso». Il primo obiettivo di Balzanelli è stato quello di soddisfare il programma funzionale tenendo conto del contesto nel quale si è ritrovato a progettare e reinterpretando «in modo anche poetico» le tematiche che – assieme a Cometti - è riuscito a individuare.

La natura omaggia Gruppo Cimbali

Un progetto senza dubbio complesso, una sfida affascinante, che Balzanelli ha potuto interpretare in totale libertà. «Gruppo Cimbali non ha in alcun modo interferito con le scelte progettuali, ci hanno lasciato la massima liberà di espressione. L’unico vincolo era la data di consegna: l’importante era terminarlo in concomitanza con la celebrazione dei cento anni dell’azienda».
E il centenario è ricordato già dall’esterno, grazie a nove photinie, alberi con la chioma tonda e piccole foglie verdi lanceolate. «È una pianta molto laboriosa – spiega Balzanelli - come del resto lo è Gruppo Cimbali a primavera produce fiori bianchi a cui seguono bacche di colore rosso e in autunno le foglie assumono un color rossastro». Quasi un omaggio della Photinia che ha deciso di intonarsi alle doghe della facciata color “rosso Cimbali”. I nove alberi dividono in dieci parti (una per ciascun decennio) un muro color caffè che interrompe il ripetersi della cancellata industriale esistente, inserendosi tra i pilastrini delle varie campate e rivelando sin da subito la presenza di MUMAC.

Un’azienda con l’animo romantico

«È un muro che svolta verso il museo invitando il visitatore a entrare e delimita l’area verde». «Vorrei sottolineare – dice l’architetto - che un gruppo industriale conosciuto in tutto il mondo per la propria tecnologia ha approvato con entusiasmo un piccolo alberello come simbolo dello scorrere del tempo e dei cento anni di successi. A mio modo di vedere è la conferma di un animo romantico, persino poetico, dell’azienda».
Avvolgente, suggestivo, elegante: per Balzanelli il progetto del MUMAC si potrebbe riassumere con queste tre parole. «Un museo deve essere accogliente, esporre in modo chiaro il proprio contenuto e trasmettere il “tema” anche attraverso l’architettura: c’è una bella differenza tra progettare un museo delle macchine da caffè e uno dedicato alle scienze naturali ».

Due creatività, un unico obiettivo

Per Balzanelli, condividere il progetto con Valerio Cometti e poter confrontare la sua visione da architetto con quella di un designer è stato molto stimolante. Ed è stato proprio grazie all’unione tra le due visoni che anche l’allestimento si è sviluppato senza difficoltà. «Sì, il fatto che un percorso di questo tipo sia stato partorito da due progettisti con differenti competenze, ma con un unico obiettivo, è stato un vantaggio». «Sono convinto – conclude l’architetto Balzanelli - che proprio la coerenza progettuale di MUMAC, che va dal progetto della sua facciata sino al dettaglio del progetto grafico del logo con la tazzina fumante, sia una delle chiavi del suo successo».

X