Caffè all’Opera

Una calda e liquida armonia caratterizzò i caffè letterari che fecero da cornice all'ideazione di magistrali composizioni liriche che oggi tornano protagoniste in eventi di valorizzazione della musica classica e della cultura dell’espresso

“Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito”, sosteneva Giuseppe Verdi. Prima di lui Johann Sebastian Bach scriveva la Cantata del caffè e numerosi sono gli aneddoti legati al mondo della musica classica con la bevanda dei letterati: si dice addirittura che Beethoven contasse pazientemente i sessanta chicchi necessari alla preparazione di ogni tazza, in modo che il suo caffè risultasse sempre della stessa forza.

Caffè letterari

Forza che emanavano anche le mura dei celebri caffè letterari. Anche se il primo Caffè letterario d’Europa non fu aperto in Italia, fu comunque un italiano a fondarlo: il locale si chiamava Le Procope, e fu aperto nel 1686 a Parigi dal giovane siciliano Francesco Procopio dei Coltelli.
Le Procope, ubicato davanti alla celebre Comédie Française, il teatro parigino inaugurato pochi anni prima, divenne presto uno dei centri della vita politica e culturale della Ville Lumière, nonché ritrovo di famose menti illuministe e di svariati protagonisti della Rivoluzione francese.

Miscela lirica così fan tutte

Così fan tutte | Wolfgang Amadeus Mozart

Fonte d’ispirazione

Proprio i teatri e ancor di più i luoghi per i concerti permisero in Italia al grande pubblico di scoprire, in chiave inedita, il legame tra caffè e opera lirica, un connubio che, fra fine ‘700 e inizio ’800, trova espressione a Milano negli otto locali aperti nei pressi del Teatro alla Scala (inaugurato nel 1778): in primis il Caffè Cova che ospitava spesso sui suoi tavolini proprio Giuseppe Verdi o il Caffè degli artisti diventato poi Caffè dell’Orto.
Il Caffè Cambiasi, che si trovava proprio accanto al Teatro Alla Scala (chiamato, perciò anche Caffè del Teatro e divenuto poi Caffè della Scala) era ritrovo di cantanti, musicisti e spettatori e lì fu inventata la tonificante Barbajada, miscela di panna, caffè e cioccolata dall’omonimo garzone del caffè, che poi fondò il Caffè delle Sirene (noto poi come Caffè dei Virtuosi in via Manzoni) e divenne infine impresario di cantanti e spettacoli alla Scala. Sempre vicino al celebre tempio della lirica c’erano il Caffè dell’Accademia, il Caffè Martini, il Caffè del Casino e il Caffè dell’Alba.

Madama Butterfly LaCimbali

Cultura classica in un espresso

Il legame tra i Caffè e i protagonisti delle più note opere liriche non si esaurisce tra le mura che hanno accolto il fermento culturale dell’Ottocento con personaggi che hanno scritto la storia dell’Europa e dell’arte di quel periodo. Certo, tra loro spiccano celeberrimi compositori che scrissero intere partiture davanti a tazze fumanti, come Verdi (di cui si trova testimonianza nel volume “I caffè di Milano” di Sandro Piantanida custodito nella Library di MUMAC), Wagner (spesso servito da Florian a Venezia), Puccini (assiduo frequentatore del Gran Caffè Margherita di Viareggio) o Liszt e Mendelssohn, usuali clienti all’Antico Caffè Greco di Roma.
Ma il legame perdura ancora oggi, grazie a iniziative di ampio respiro di valorizzazione della cultura dell’espresso: ne è testimone Gruppo Cimbali che è stato partner della mostra Madama Butterfly, l’Oriente ritrovato. Foujita e Asari per Puccini, allestita al Museo Scaligero in occasione dell’apertura della stagione 2016/2017.
L’accordo di sponsorizzazione ha previsto l’installazione delle macchine LaCimbali in tutti i bar del Teatro e una serie di iniziative culturali al MUMAC in collaborazione con l’Accademia della Scala, tra cui Miscela Lirica: quando il caffè incontra l’opera.

Miscela armonica

La “Chanson du Toréador” dalla Carmen, “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi, “La calunnia è un venticello” dal Barbiere di Siviglia, il “Duetto dei fiori” dalla Madama Butterfly, “Una furtiva lagrima” da L’elisir d’amore e “Sì, mi chiamano Mimì” da La Bohème sono alcune delle arie universalmente note del repertorio d’opera italiano e francese fra Ottocento e primo Novecento nelle pagine di Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi, Bizet e Puccini che i Solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala hanno eseguito al MUMAC, davanti ad un platea di 150 persone per un evento da “tutto esaurito”. Non stupisce, data la perfetta armonia: l’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala raccoglie l’eredità della scuola dei “Cadetti della Scala”, voluta da Arturo Toscanini nel 1950 per garantire la diffusione della tradizione lirica italiana su palchi internazionali;
parimenti MUMAC, scaldato da una passione rara per la storia, il costume e le eccezionali macchine che ne sono testimoni, promuove la diffusione della cultura del caffè e di un’evoluzione di stile e di innovazione squisitamente italiana.
Perché si riscopra anche oggi l’energia che un caffè letterario può (ancora) offrire!

Miscela lirica brindisi finale