La quinta edizione della manifestazione promossa dal Comune di Milano e realizzata in collaborazione con l’Associazione no profit MuseoCity, che si sarebbe dovuta svolgere ai primi di marzo con l’obiettivo di rendere fruibile il patrimonio artistico delle istituzioni culturali cittadine e valorizzarne la ricchezza, è stata trasformata velocemente in un capitale di iniziative consistenti per alleviare in qualsiasi momento mente e spirito.
L’ordine di lockdown a pochi giorni dall’inizio della manifestazione, ha permesso non solo di rendere evergreen online tutte le iniziative, ma anche di rispondere a nuove priorità, come il trasformare la cultura in cura per lo stato d’animo delle persone, con proposte da vivere in modo più attivo. “Mai come oggi – ha affermato Anna Detheridge del comitato scientifico di MuseoCity – le istituzioni culturali sono chiamate ad assumere un ruolo importantissimo: tenere insieme la società attraverso nuovi paradigmi e dialoghi culturali. Il museo è spazio pubblico e riguarda una nuova programmazione multimediale da introdurre in modo dialogico”.
Le decine di visite guidate, conferenze, incontri online e podcast proposti dalle ottantacinque realtà aderenti hanno confermato che i musei (pubblici, privati, d’impresa) sono veri beni preziosi perché possono trasformare l’arte in emozioni e cura dell’anima.
Non a caso tra i video più visti sul canale di MuseoCity spicca la raccolta delle Connessioni culturali realizzate in collaborazione con Milanoguida e Museo Segreto, mostra diffusa su tutto il territorio milanese che ha connesso 70 opere e oggetti d’arte legate dal tema: “Il museo cura dell’anima”. Come? Emozionando. Emozionando con scoperte inattese. Emozionando nel piacere della condivisione. Emozionando con per rendere più vive le visite virtuali, perché – spiega Silvia Adler, project manager di MuseoCity – la curiosità è un abilitatore, un attivatore naturale. Il valore che vogliamo trasferire con ogni nostra iniziativa è che possiamo allenarci a sviluppare idee diverse. Apertura mentale, contaminazioni creative e di generi è fondamentale per trasformare le opere d’arte ricche di suggestioni in volani verso altri mondi al limite del fantastico, permettendoci di viaggiare con l’immaginazione ed essere trasportati in una dimensione di contemplazione serena”.
Ecco, quindi, che una o più opere di collezioni scelte in realtà diverse, come il Museo Archeologico di corso Magenta, il Museo Poldi Pezzoli, Palazzo Reale, la Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco e molte altre diventano – aggiunge la responsabile del progetto – “abilitatori di forza terapeutica, consolatoria, e rasserenante, oltre che di conoscenza e stimolo sociale. Si tratta spesso di straordinarie novità o di aspetti inediti e curiosi che declinano e interpretano il tema guida nella maniera più congeniale alla storia e alla connotazione di ciascun museo e realtà culturale. La sequenza delle opere scelte ricostruisce una città in progresso e mette in luce il senso positivo della memoria cittadina”.
Senso positivo di memoria collettiva che in questa 5° manifestazione MUMAC, supporter dell’iniziativa, ha presentato Un libro nel tempo di un caffè e, in esclusiva per Museo Segreto, Arte e cultura caffè nei bolli chiudilettera storici, inedita esposizione di veri e propri manifesti commemorativi in miniatura. La grafica raffinata ed essenziale, espressione dello stile, la storia, l’arte, la cultura e la tradizione italiana a cavallo tra gli anni ’30 e ’50 è protagonista di un viaggio inedito, alla scoperta degli usi e del consumo della bevanda, interpretata da varie torrefazioni dell’epoca e oggi custodita nell’archivio della Library: “Dal tema proposto da MuseoCity (il museo che cura la città), al museo come ristoro, al caffè e ai libri come cura e ristoro il passo è stato davvero breve” sostiene Barbara Foglia, MUMAC Manager. “Il progetto proposto da MUMAC ha consentito di ritrovare, rinnovare e condividere contenuti dall’archivio e dalla biblioteca storica del caffè rendendo fruibili, attraverso i social, contenuti che, altrimenti, sarebbero rimasti chiusi in un lockdown intempestivo e drammatico.”
Ennesimo esempio di potenza innovativa che rende i canali di MuseoCity un grande contenitore di contenuti e soprattutto sperimentazioni inattese. Tanto inattese da destare sempre più interesse, osservando i dati di visualizzazioni in continuo aumento. “Ad oggi – conferma la Adler – si contano più di 600 ore viste su oltre 80 video, tra cui spicca l’esperienza nel Museo Storico dei Vigili del Fuoco. Stesso discorso vale per i podcast che sono stati ascoltati da migliaia di persone nelle prime settimane, superando in una sola giornata il picco di accesso dello scorso anno”.
Non stupisce: ogni progetto è un seme prezioso di conoscenza ed esperienza. Per esempio, Museo Segreto, la nuova serie di podcast di MuseoCity, ha suggerito sette passeggiate ideali, percorsi immaginari guidati da due voci narranti che, indicando cosa visitare, trasmettono emozione, coraggio e raccontano progetti di riqualificazione urbana, progresso, umanità, musica, spiritualità, società e inclusione.
“Il nostro impegno – conclude l’ideatrice dell’iniziativa – è rendere la cultura sempre fruibile, perché fa del bene. Ci auguriamo che visitare i musei, anche virtualmente, soprattutto in questo difficile momento, possa diventare una cura insostituibile per alleviare le ferite, proprio per la loro attitudine a mostrare il bello, le potenzialità creative, i gesti di umana solidarietà e i progetti per la collettività”. Perché la cultura non si ferma. Anzi, naviga veloce verso nuovi lidi.