Specialty Belivers
“Per gli Specialty bisogna essere belivers!” afferma con passione Cristina Caroli, coordinatrice SCA Italia, la comunità italiana del caffè Specialty, con membri che spaziano dai coltivatori ai torre fattori, dai rivenditori ai baristi.
“Mi sento come una Flintstones dello Specialty” – ci spiega – “perché per me ogni caffè è speciale: dal 2000 propongo una lista di diverse monorigine e miscele, quindi per me non esiste caffè normale. Quando me lo chiedono, mi limito a correggere con ‘Preferisce un caffè classico?’. E propongo una tazzina 80% di robusta eccellente e 20% di arabiche centro/sud Americane che ha una spiccata cremosità e un gusto fragrante, diretto sul palato.E il caffè perfetto del mattino per chi non vuole pensare ma avere un espresso confortante con i suoi gusti caldi, profumazioni come nocciola e cioccolato. La lista di referenze del nostro locale (Aroma, a Bologna) è da sempre settimanalmente diversa, e di almeno 5 diverse referenze di micro roaster differenti, con una ampia gamma di fragranze e prezzi. La mia passione è guidare le persone a scegliere uno specialty, e affiancarli nell’esperienza per renderla piacevole e soddisfacente”.
Caffè stellato
In ogni specialty si nasconde un mondo. Un mondo che incanta quando lo si inizia a scoprire, a capire. “Con questi caffè eccellenti – ci spiega Cristina Caroli – si può vivere un’esperienza diversa, sia come professionisti che come clienti, che possiamo comprendere meglio se la confrontiamo con l’abitudine quotidiana. Banalizzando, la differenza che c’è tra un normale bar e un locale dove degustare caffè pregiati è come quella che esiste tra un fast food e un grande ristorante dove si va consapevolmente e si pretende un livello alto. Lo Specialty Coffee è una tendenza che va vissuta. E se la tendenza porta sensazioni più ricercate, raffinate, edotte, cogliamola quest’esperienza!”
SCA Italia e la catena di valore
Visto il successo anche di Milano Coffee Festival, la coordinatrice di SCA Italia sottolinea l’importanza di questo momento storico, dove le persone sono talmente ricettive che è importante spiegare loro che “esiste una grande differenza tra un caffè da buttare giù come una medicina e uno con sfumature di gusto incredibili. Ma servono baristi e appassionati che abbiano voglia di approfondire, partecipando ai molteplici eventi e manifestazioni sul tema, dove si possono testare tantissime competenze, novità e soprattutto si possono conoscere narratori che raccontano la storia e l’aroma di un caffè. Amo SCA – prosegue – proprio perché è stato il primo a parlare di Specialty e della catena del valore che dal seme arriva in tazza, in cui ogni operatore ha un ruolo e deve portare avanti il lavoro di chi lo ha preceduto”.
La formazione di cantastorie
“Servono – conclude – operatori competenti e liberi di pensiero, che si formino in scuole specializzate, di cui è ottimo esempio la Vostra MUMAC Academy, con attrezzature tecnologicamente all’avanguardia come le macchine di FAEMA e CIMBALI e grazie al continuo aggiornamento dei suoi tutor, coinvolti nelle calibrazioni SCA.
In un mercato che sta diventando sempre più tecnologico, servono cantastorie, ovvero operatori che approfondiscano e spieghino la cultura e la qualità che propongono in una tazzina di caffè. Noi donne in questo potremmo avere una marcia in più, perché possiamo avere quell’intuizione, garbo, empatia, sensibilità che genera una bella storia, senza per questo essere meno ostinate. Perché, non dimentichiamo, per lo Specialty bisogna essere beliver, bisogna crederci”!